John P. Meier e il suo “ebreo marginale” #johnmeier #cronachedelcristianesimo

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Lo scorso 18 ottobre ci ha lasciati John P. Meier, nato a New York 8 agosto 1942, era malato da tempo. Presbitero cattolico e per molti anni docente di Nuovo Testamento all’università di Notre Dame, negli Stati Uniti, è stato uno dei più importanti protagonisti di quella che viene normalmente detta Terza Ricerca del Gesù storico. Ben difficilmente si potrebbe sopravvalutare il valore dell’opera di Meier in questo ambito di studi, sia per il valore intrinseco del suo specifico contributo sia per aver contribuito a sdoganare una volta per tutte il Gesù storico in ambiente cattolico. Noto ai più, ad esempio, è come lo stesso Joseph Ratzinger (che pure si dichiara piuttosto scettico in merito alla ricerca del Gesù storico nel uso complesso), nel suo Gesù di Nazaret, attinga a più riprese al lavoro di Meier per condividerne le posizioni.

L’opera che ha consegnato per sempre alla storia della ricerca…

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Tra sincerità e libertà: un paradigma antipedagogico

osserva, e taci

Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta il 4 Ottobre 2019 in Contro Corrente: Saggi contro la deriva antropologica. Vol. 7: Educazione (un progetto antipedagogico)

TRA SINCERITÀ E LIBERTÀ

Perché per educare occorre prendersi la colpa ma non la pena

Gesù Cristo ci ha redenti, ha preso su di sé il peccato del mondo, ha immolato se stesso come riscatto per i nostri peccati, privandoci di quella colpa che avrebbe comportato la nostra morte eterna.

Tuttavia, come tutti possiamo quotidianamente sperimentare, non ha voluto sottrarci alle conseguenze del peccato, non ha voluto nemmeno impedirci di continuare a peccare e di dovergli consegnare ulteriori colpe da riscattare, non ci ha tolto la morte del corpo né la sofferenza della tentazione, né la pena temporale per quelle colpe che gli carichiamo addosso ogni giorno.

Non oso – sarebbe davvero temerario farlo – cercare di fornire una risposta definitiva…

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Il Primo Concilio di Costantinopoli. 2 – Storia dei concili. #approfondimenti #concili.

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La recrudescenza della crisi ariana

Apparentemente, con il Concilio di Nicea, la crisi ariana era stata risolta e l’unità tra le chiese era stata ripristinata. Ma pochi anni dopo sorse una forte reazione antinicena, caratterizzata fondamentalmente da due tendenze. C’era un piccolo ma attivo gruppo di simpatizzanti ariani che avevano sottoscritto il Simbolo Niceno per paura di essere esiliati, ma non avevano rinunciato a nessuna delle loro convinzioni. L’altro gruppo comprendeva un gran numero di vescovi orientali le cui credenze erano fondamentalmente ortodosse, ma che temevano che il termine homooùsios potesse favorire il monarchianesimo, cioè di quella corrente di pensiero teologico la quale accentuava l’unità di Dio e del suo governo sul mondo a scapito della sua tripersonalità. Questi sentimenti furono abilmente sfruttati dal primo gruppo, al quale appartenevano i veri leader della reazione, tra cui Eusebio di Nicomedia, Eusebio di Cesarea, Paolino di Tiro e Menofante di Efeso…

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Il Concilio di Nicea – 1 Storia dei concili. #approfondimenti #concilii

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Cominciamo oggi una nuova rubrica storica inserita all’interno delle nostre Lanterne dei Cercatori; insieme al nostro Adriano Virgili faremo un’affascinante viaggio nella fede, viaggiando nella storia dei concili della Chiesa Cattolica in pillole. Buona lettura, fr Gabrio


L’inizio della crisi ariana

L’editto di Serdica del 311 ed il successivo (cosiddetto) editto di Milano del 313 avevano segnato la fine della più feroce persecuzione che i cristiani avessero subito all’interno dei confini del grande Impero Romano. Non solo il tempo delle violenze anticristiane sembrava finalmente terminato, ma sul trono sedeva persino un imperatore, Costantino, che non faceva mistero delle sue simpatie per il cristianesimo. C’erano i presupposti perché la Chiesa potesse crescere e prosperare grazie alla pace raggiunta con i suoi nemici esterni (anche se una breve ulteriore persecuzione si ebbe nei territori governati da Licinio tra il 321 e il 324), quando scoppiò una delle più spinose e longeve tra…

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SAMUELE E DAVIDE, OVVERO DI DIO CHE AMA GLI ADOLESCENTI NON “COSI’ COME SONO” MA PER QUELLO CHE NON SANNO DI ESSERE

Link all’articolo originale: https://osservaetaci.wordpress.com/2020/08/27/samuele-e-davide-ovvero-di-dio-che-ama-gli-adolescenti-non-cosi-come-sono-ma-per-quello-che-non-sanno-di-essere/

Si sente spesso ripetere (perché d’altronde è vero) che “Dio ti ama così come sei”, che significa “nonostante il tuo peccato”, i tuoi difetti eccetera. Il concetto non è sbagliato, ma da pedagogo non posso che ritenere ingenua e potenzialmente dannosa l’idea di approcciare così gli adolescenti.

Il problema principale è che un adolescente nel 99% dei casi NON SA AFFATTO com’è davvero. La sua percezione di sé non è che quel guscio che il suo ambiente di crescita gli aveva costruito attorno da bambino, quello stesso guscio che prima lo nutriva e ora lo stringe come una gabbia, e che non corrisponde più alla realtà e soprattutto ai bisogni di chi ci sta dentro.
Compito dell’educatore non è affatto confermare il ragazzo in quel miscuglio di opinioni (che vengono dai genitori, dalla scuola, dai pari, ecc.) che egli scambia per la propria identità, ma aiutarlo a farlo a pezzi e a liberarsene, per poter finalmente uscire fuori ed essere ciò che è e diventare ciò che è chiamato ad essere.

Perciò in un caso del genere dire “Dio ti ama così come sei ” diventa un’esca per il fraintendimento: sembra una condanna a rimanere nel guscio! Dio vuole forse condannarmi ad essere come mi viene imposto dallo sguardo distorto di quelli che mi circondano?

Se prendiamo il libro dei Re, vediamo che Dio attraverso i suoi profeti e sacerdoti fa per Davide entrambe le cose: dopo la scoperta del suo ignobile peccato lo conferma e gli fa capire che non ha perso l’amore di Dio, ma questo non è che il finale della storia. La storia di Davide inizia in tutt’altro modo.

Ecco che abbiamo Davide adolescente, a pascolare il suo gregge. Non conta nulla, fa un lavoro impuro, è il più piccolo dei suoi fratelli e alla visita di Samuele a Iesse non lo fanno neppure chiamare. Ma ecco che arriva per lui la parola profetica, che manda in frantumi il mondo delle sue rappresentazioni: Samuele lo unge come re. Dio non gli ha affatto detto: “ti amo nonostante sei un pastorello che non combinerà mai nulla”, questa è la bugia che gli raccontava il suo mondo! Dio lo ha amato vedendo in lui il Re che sarebbe stato, vedendo nel ragazzo gracile il condottiero che avrebbe abbattuto il gigante, vedendo nel giovane che viveva il suo ozio canticchiando alle sue pecore l’autore di canti che dopo migliaia di anni ancora risuonano in tutto il mondo!

Dio gli ha detto: “ti amo, perché so chi sei”, mentre lui, e tanto meno i suoi genitori, non lo sapeva. Gli ha rivelato le potenzialità che lui stesso gli aveva messo dentro, e ha sostituito il suo destino naturale e sociale con una vocazione.

Molto tempo dopo Davide peccherà, e penserà di non poter meritare l’amore di Dio, di non poter essere di suo gradimento. E allora Dio lo confermerà. Ma questo non sarebbe mai successo se Dio lo avesse confermato nel suo “essere nessuno”: una vita insignificante d’altronde non si macchia che di peccati insignificanti.

E allora così dobbiamo essere profeti per i nostri ragazzi: non spiegando loro che non importa se sono così e colà, bruttini come il loro ambiente li dipinge, ma dimostrando che la loro percezione di sé non è che una bugia, indicando una strada nuova. Perché solo il Signore conosce il cuore dell’uomo, e solo Lui può rivelare cosa c’è di amabile in esso.

6/1 – Epifania del Signore

Mt 2,1-12

<p class="has-drop-cap" value="<amp-fit-text layout="fixed-height" min-font-size="6" max-font-size="72" height="80">Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

<p class="has-drop-cap" value="<amp-fit-text layout="fixed-height" min-font-size="6" max-font-size="72" height="80">Le antiche genti vengono a rendere omaggio al Re dei giudei, colui che di diritto ha una stella come stendardo e che dovrà essere il pastore del suo Popolo. Le genti pagane, che non conoscono il vero Dio, qui si dimostrano superiori a Israele: infatti, basta loro seguire la retta ragione riflessa nei segni del mondo per arrivare a comprendere come si giunga a Dio, quale sia la strada per poterlo adorare, la gioia di aver finalmente dato un senso a tutto ciò che esiste. Israele avrebbe dovuto essere privilegiato, Dio da sempre si è fatto conoscere e ha lasciato innumerevoli segni espliciti della sua venuta; ma il cuore di Erode e dei suoi sudditi è ormai chiuso all’amore di Dio, nemmeno gli scribi e i sacerdoti custodi del sapere riescono a comprendere. Gesù viene in mezzo ai suoi come re, ed ecco l’oro; come vero Dio, ed ecco l’incenso; ma anche come colui che sacrificherà se stesso per noi, ed ecco la mirra funebre.Le antiche genti vengono a rendere omaggio al Re dei giudei, colui che di diritto ha una stella come stendardo e che dovrà essere il pastore del suo Popolo. Le genti pagane, che non conoscono il vero Dio, qui si dimostrano superiori a Israele: infatti, basta loro seguire la retta ragione riflessa nei segni del mondo per arrivare a comprendere come si giunga a Dio, quale sia la strada per poterlo adorare, la gioia di aver finalmente dato un senso a tutto ciò che esiste. Israele avrebbe dovuto essere privilegiato, Dio da sempre si è fatto conoscere e ha lasciato innumerevoli segni espliciti della sua venuta; ma il cuore di Erode e dei suoi sudditi è ormai chiuso all’amore di Dio, nemmeno gli scribi e i sacerdoti custodi del sapere riescono a comprendere. Gesù viene in mezzo ai suoi come re, ed ecco l’oro; come vero Dio, ed ecco l’incenso; ma anche come colui che sacrificherà se stesso per noi, ed ecco la mirra funebre.

La Grande Scazzottata Copernicana — osserva, e taci

Traduzione di The Great Ptolemaic Smackdown, una sintesi molto accurata di tutta la vicenda del processo a Galileo e dello scontro tra i vari sistemi astronomici discussi nel XVII secolo scritta da Michael Flynn.

La Grande Scazzottata Copernicana — osserva, e taci